CRISI ECONOMICA EUROPEA E' CRISI DELL'INTEGRAZIONE EUROPEA

20.05.2013 10:10

La crisi riguarda il processo di integrazione nella sua globalità. Alla base della crisi c’è il fallimento dei tentativi della Comunità di sviluppare, nel quadro dell’unione economico-monetaria, le politiche comuni indispensabili per garantire «uno sviluppo armonioso delle attività economiche nell’insieme della Comunità» (art. 2 del Trattato CEE). Le conseguenze di questo fallimento erano inevitabili. Il mancato sviluppo europeo ha fatto prevalere gli orientamenti nazionali, e questi orientamenti hanno provocato la divergenza crescente delle politiche economiche nazionali che è ormai giunta ad un punto nel quale fa arretrare giorno per giorno, anche sul piano psicologico, l’unità costruita negli anni ‘50 e ‘60.

Per uscire dalla crisi bisogna rafforzare la capacità d’azione della Comunità. Mettendo l’accento sul rafforzamento delle istituzioni

Senza istituzioni capaci di gestire in modo equo, efficace e responsabile l’unione economico-monetaria, è fatale che i paesi ad economia forte si rifiutino di aumentare le risorse della Comunità per il timore che esse servano solo a finanziare gli errori dei paesi ad economia debole; e che, d’altra parte, i paesi ad economia debole, non potendo contare su vere politiche comuni, affrontino i loro maggiori problemi con prospettive nazionali invece che europee. Detto in altri termini, è fatale che l’Europa a due velocità abbia preso il posto di quella dell’integrazione.

VogliAMO un’Europa forte unita ed integrata economicamente e socialmente. 

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