CRISI ECONOMICA EUROPEA E' CRISI DELL'INTEGRAZIONE EUROPEA
La crisi riguarda il processo di integrazione nella sua globalità. Alla base della crisi c’è il fallimento dei tentativi della Comunità di sviluppare, nel quadro dell’unione economico-monetaria, le politiche comuni indispensabili per garantire «uno sviluppo armonioso delle attività economiche nell’insieme della Comunità» (art. 2 del Trattato CEE). Le conseguenze di questo fallimento erano inevitabili. Il mancato sviluppo europeo ha fatto prevalere gli orientamenti nazionali, e questi orientamenti hanno provocato la divergenza crescente delle politiche economiche nazionali che è ormai giunta ad un punto nel quale fa arretrare giorno per giorno, anche sul piano psicologico, l’unità costruita negli anni ‘50 e ‘60.
Per uscire dalla crisi bisogna rafforzare la capacità d’azione della Comunità. Mettendo l’accento sul rafforzamento delle istituzioni
Senza istituzioni capaci di gestire in modo equo, efficace e responsabile l’unione economico-monetaria, è fatale che i paesi ad economia forte si rifiutino di aumentare le risorse della Comunità per il timore che esse servano solo a finanziare gli errori dei paesi ad economia debole; e che, d’altra parte, i paesi ad economia debole, non potendo contare su vere politiche comuni, affrontino i loro maggiori problemi con prospettive nazionali invece che europee. Detto in altri termini, è fatale che l’Europa a due velocità abbia preso il posto di quella dell’integrazione.
VogliAMO un’Europa forte unita ed integrata economicamente e socialmente.
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